Dalla Marcia per la Vita 2019

Il gruppo dei 13 veneziani alla Marcia

Reduce dalla IX edizione, svoltasi a Roma sabato 18 maggio, vorrei raccontare qualche impressione. Per paradosso, tuttavia, mi accingo a descrivere una festa della vita proprio mentre dalla Francia si susseguono le tragiche novità sulla sorte di Vincent Lambert, un uomo gravemente disabile, che dovrebbe essere ucciso dai medici con la consueta arroganza; della sua vicenda agghiacciante ci aveva parlato la madre Viviane dal palco della corsa edizione della Marcia. Ora prego per lui, sperando contro ogni umana speranza, ma guai a chi dovesse eseguire il delitto: arriverà anche per lui il giorno del Giudizio…

Un po’ di storia
Tutto inizia negli USA, dove l’aborto legale è entrato non per via di legge ma per sentenza della Corte Suprema nella celebre causa “Roe vs Wade” del 22 gennaio 1973; dall’anno seguente, giusto nel giorno anniversario, si tiene la March for Life per ribadire il rifiuto totale dell’aborto e di ogni attacco alla vita umana innocente; la manifestazione è cresciuta di anno in anno, ed oggi muove circa 500.000 persone nel gelido inverno americano; ha inciso fortemente sulla coscienza degli americani, ed i frutti si possono vedere: sono nei giovani che partecipano numerosi e determinati, nella presenza del vice di Trump, Mike Pence, nelle scelte pro-life dell’attuale Amministrazione USA, che apre concrete possibilità di ribaltare l’onda abortista nelle leggi americane.
Oggi marce simili si svolgono in molti Paesi, da Parigi a Madrid, da Dublino a Varsavia, fino alla Nigeria ed all’Australia.
E in Italia? Dopo la Legge 194 del 1978, la resistenza antiabortista si era via via affievolita; non mancavano iniziative varie, ma nessuna aveva il coraggio di andare in piazza e rivendicare il NO assoluto all’aborto e chiedere l’abrogazione delle leggi omicide. Un piccolo gruppo decise di provarci e scese in strada nel 2011 a Desenzano, con circa 800 partecipanti; l’anno dopo si tentò il grande salto, sfilare a Roma: il cuore politico del Paese, il centro della Cattolicità, ma anche – come sottolineava con grande acutezza il giurista Prof. Mario Palmaro- la città che diede al mondo intero il Diritto, del quale l’uccisione dell’innocente costituisce un insanabile vulnus. Roma dunque, anche come luogo dove avere la massima visibilità pubblica. Fu una scommessa vinta, con circa 15.000 persone, e da allora ogni anno in maggio la Marcia si ripete.

Un grande appuntamento pro-life
Nei giorni della Marcia, Roma offre anche importanti momenti di approfondimento, organizzati da varie associazioni italiane e straniere: quest’anno si sono svolti convegni del Comitato Verità & Vita, Centro Studi Livatino, Notizie Pro-Vita, Accademia “Giovanni Paolo II per la vita umana e la famiglia”, nonchè il “Rome Life Forum” che riunisce esponenti di gruppi pro-life da vari Paesi del mondo. Il momento più significativo è infine la veglia di adorazione eucaristica la sera prima della Marcia, che sottolinea la dimensione soprannaturale della lotta che combattiamo e la affida all’aiuto divino.

Venezia alla Marcia
Il gruppo dei 13 veneziani alla Marcia
Anche quest’anno il nostro Movimento per la Vita- Venezia Mestre, con l’appoggio di don Francesco e della Cappellania dell’Osp. dell’Angelo, si è incaricato di organizzare la partecipazione; scartata l’idea dell’autobus, siamo partiti con treno in 13 persone, tra cui i miei figli più piccoli Benedetta ed Agostino, che mi piacerebbe crescendo si affezionassero alla causa pro-vita diventando dei veri militanti; arrivati a Roma in mattinata, alcuni di noi hanno assistito alla S.Messa nel Rito Romano Antico celebrata nella basilica di S.Vitale in suffragio di Mario Palmaro, grande protagonista del mondo pro-vita italiano e tra i primi ideatori della Marcia.
All’arrivo in stazione gran pioggia, ma la Provvidenza ci ha concesso una tregua con qualche spiraglio di sole giusto in tempo! La manifestazione, partita verso le 15 da Piazza della Repubblica, ha attraversato le vie di Roma raggiungendo Piazza Venezia alle 17,30; all’inizio ed alla fine saluti e brevi discorsi dal palco, conclusi dalla portavoce Virginia Coda Nunziante; per la verità, io mi sono un po’ distratto per salutare amici e partecipanti vari; ho apprezzato il video messaggio di Mons. Suetta, ma l’intervento per me più significativo lo ha tenuto il portavoce della Marcia argentina Alejandro Geyer, che con impeto tutto “latino-americano” ha raccontato come il suo Paese sia riuscito finora a fermare l’aborto, grazie ad una mobilitazione dell’”onda celeste”, una serie di manifestazioni popolari per circa 2 milioni di persone, che portavano come distintivo un fazzoletto color azzurro; se si combatte- diceva- si prega e si digiuna si può vincere! Anche qui in Italia!

Tanti e tutti diversi
La partecipazione mi è sembrata buona, anzi ho letto che ha superato gli anni scorsi (leggo stime di circa 30.000 persone); in prima fila due cardinali, l’immancabile americano Burke e la new-entry olandese Ejik, vescovo di Utrecht, e poi un altro affezionato,


 il vescovo emerito mons. Negri; ricordo che nel 2018 era presente Mons. Viganò,  protagonista pochi mesi dopo della coraggiosa denuncia pubblica della corruzione morale ai vertici ecclesiastici. Mancavano purtroppo le sciarpe tricolori dei sindaci presenti nel 2018, così come avrei visto con piacere il ministro della Famiglia, Fontana. Dal Vaticano poco interesse, lo deduco non avendo sentito neppure i consueti indirizzi di saluto degli anni scorsi, così come purtroppo i media cattolici nazionali hanno semplicemente ignorato la  anifestazione.
Io portavo la nostra bandiera MPV con il leone di San Marco, che riscuote sempre simpatia ed ammirazione, ma ogni tanto la lasciavo ad altri per gironzolare e andare a conoscere i vari gruppi, attirato dai cartelli e manifesti più curiosi: c’è lo striscione del Comitato Verità & Vita in cui un nascituro dice “Non sono (…) un’invenzione della Chiesa- sono un bambino- guardami!” e insomma invita semplicemente a vedere la realtà; molti portano i cartelli distribuiti dagli organizzatori, ma molti sono fatti in casa nei modi più fantasiosi; vedo gli Universitari per la vita che col megafono scandiscono “diamo voce a chi non ha voce”; ci sono gruppi parrocchiali, come quello di S. Giuseppe all’Aurelio o quello della Trinità dei Pellegrini che è la sede romana della Fraternità S. Pietro, o il folto gruppo di ragazzi di una parrocchia veronese in maglietta verde accompagnati dal loro giovane parroco don Alberto; c’è chi prega, chi scandisce slogan, chi canta, ad esempio dal cembalo e dalle parole (“alzo gli occhi verso i monti…”) un gruppo credo sia del Cammino Neocatecumenale; vedo passare tanti sacerdoti, riconosco don Leonardo Maria Pompei mentre recita il rosario, ed un gruppo di giovani preti in talare con l’ombrello (che non servirà…), chiedo se parlano inglese e mi rispondono in italiano che sono dell’Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote; vengono avanti preti e suore dell’Istituto del Verbo Incarnato, insieme ai loro giovani in maglietta arancione, il gruppo più simpatico e chiassoso che finisce sempre nei video sulla Marcia; e poi i religiosi, ad esempio conto molti abiti bianco-neri dei domenicani; ci sono gli striscioni di vari gruppi che vedo per la prima volta, ad esempio il Comitato Beato Miguel Augustin Pro che si ispira alle memorie dei Cristeros messicani, o la St.Gianna Physician’s Guild americana, il cui striscione è portato anche da Emanuela Molla, proprio la figlia che Santa Gianna diede alla luce sacrificando la sua vita, e che non manca mai alla Marcia; ci sono i pro-life stranieri, ad esempio i polacchi sempre numerosi che si fanno notare per bandiere altissime, i francesi di Droit de naitre, vedo passare l’attivista olandese pro-family Hugo Bos insieme al gruppo di militanti della TFP (Tradizione Famiglia Proprietà) riconoscibili dai drappi rossi e che curiosamente sono sempre accompagnati da una… cornamusa! Sfilano anche cartelloni con slogan graffianti, come “Basta aborti, basta sacrifici umani agli

Agostino, la nostra mascotte…

  ipercapitalisti neomalthusiani”, “Viva viva ogni bambino, abbasso Soros e la Bonino” e direi che per svegliare le coscienze assopite vanno proprio bene; mi avvicino poi allo striscione “Dio, Patria, famiglia” con striscia tricolore, la scritta che tanto scalpore fece nei nostri avversari nichilisti e libertari a Verona e che a me piace molto, e mi dicono che sono di un partito (Fratelli d’Italia) e correttamente partecipano senza simboli di partito; a proposito di politici, passa anche l’Avv. Pillon, già protagonista dei Family Day ed ora senatore leghista; tra la folla riconosco il prof. De Mattei che della marcia è tra i primi sostenitori, e saluto Silvana De Mari, voce libera e coraggiosa; infine, vedo passare una strana bandiera che scopro essere del movimento sincretista del coreano Moon, e –sebbene giudichi male in sincretismo- dico loro che qui oggi tutti coloro che vogliono difendere la vita umana innocente sono i benvenuti… Per finire la carrellata, noto con piacere che partecipano alla Marcia anche aderenti al MPV, ma “in incognito”: accanto al trenino dei bambini una famiglia di iscritti di Bologna, oppure un genovese con cui ci scambiamo i recapiti; a costoro ho chiesto cosa pensassero della linea ufficiale di non partecipazione: “Ah, non importa, noi veniamo lo stesso…!” mi hanno detto con un sorriso. E nel mio piccolo io cerco proprio di lavorare per avere un giorno alla Marcia tanti gruppi e bandiere del nostro Movimento.

Molte altre erano le realtà associative e i simboli presenti, ma io vi ho raccontato di quelli che di persona ho potuto avvicinare.

Qualche spunto di riflessione…
Al ritorno in treno si commenta insieme, e noto con piacere che gli amici che hanno partecipato per la prima volta sono rimasti colpiti e sono entusiasti della manifestazione. Tuttavia, onestamente ci rendiamo conto di come sia difficile convincere le persone a venire con noi, lasciando per un giorno da parte gli altri impegni; alcuni ovviamente sono stati impediti da motivi più che validi, ma quello che lascia amareggiati è notare come la gente, anche i cattolici, sia in larga misura rassegnata o indifferente: da poco si è ricordato l’80° anniversario delle leggi razziali, chiedendosi come mai gli italiani abbiano accolto la cosa senza particolari reazioni… ma cosa dovremmo dire oggi, di fronte a leggi che sono ancora peggiori perché i non nati sono non soltanto discriminati, ma proprio uccisi, e su richiesta di coloro che dovrebbero proteggerli ad ogni costo? Se con onestà ci mettessimo a riflettere in silenzio per qualche minuto su questo fatto, come non provare orrore, pena, vergogna? Certo, nel mondo avvengono molte sciagure, ingiustizie e delitti, ma a volte si tratta di eventi imprevedibili, o almeno possiamo dire che si tratta di violenze condannate dalla società, punite dal diritto, almeno le vittime possono cercare di difendersi, chiamare aiuto, fuggire. Ma qui la cosa è ben diversa: i bimbi italiani vengono uccisi, non per fatalità o in spregio al diritto, bensì a norma di legge ed a spese dei contribuenti… ma voi riuscite a dormire tranquilli? Di fronte a tutto ciò, è necessario a

La famiglia è per la vita

mio avviso seguire l’invito del papa Giovanni Paolo II: alzarsi in piedi, cioè riscoprire l’atteggiamento militante; come cattolici questo ci è connaturale, perché la vita dell’uomo è un combattimento contro il male ed il demonio, sia dentro di noi sia nel mondo, e la cresima ci rende proprio per questo soldati di Cristo. Questa militanza riguarda tutti, ciascuno secondo le  proprie possibilità: chi scendendo in piazza in eventi come la Marcia, chi scrivendo sui giornali e sui social, chi  parlando agli amici o ai colleghi o ai familiari, chi donando tempo o denaro ai gruppi pro-vita. E chi è solo, vecchio, ammalato? Anche costui si deve sentire arruolato nella lotta, offrendo la sua preghiera e
le sue sofferenze accettate per amore del Signore. Sarebbe tempo che anche i Pastori, spesso impegnati ad “accompagnare” il mondo con le sue mode ed i suoi capricci, riscoprissero il linguaggio virile che un tempo era proprio della Chiesa, chiamando senza paura alla buona battaglia. Ad esempio, spronando i fedeli a partecipare ad iniziative come la Marcia per la vita.
Di fronte a noi sta dunque un compito immane; la cultura della morte dispone di mezzi enormi e pare aver ormai prevalso nella nostra società, abituata a digerire tutto. Cosa può mai fare una Marcia, alcune migliaia di persone, di fronte a tutto ciò? A viste umane c’è di che scoraggiarsi. Ebbene, oggi possiamo realisticamente essere solo dei testimoni, una fiammella di verità nella notte, ma non dobbiamo spegnerci; anche quando i nostri avversari penseranno di poter dire che ormai certi “diritti” sono acquisiti, noi alzeremo la mano per dire NO, e pian piano, con costanza, senza scendere a compromessi e senza arretrare di un millimetro, riusciremo a far arrivare alle orecchie di tanti comuni cittadini ciò che oggi sembra impensabile… modificare… limitare… abrogare la 194 e le leggi ingiuste ed omicide… Insomma, a ribaltare in senso virtuoso la famigerata “finestra di Overton”! Vane illusioni? No, se abbiamo fiducia nell’aiuto divino, grazie al quale ogni cosa è possibile.
Dunque, appuntamento a Roma per la X Marcia nazionale per la vita, sabato 23 maggio 2020.
Venezia, 20 maggio 2019
Francesco Bortolato
Presidente del Movimento per la Vita di Venezia Mestre – ODV
(seguono alcune immagini scattate alla Marcia…)